giovedì 13 dicembre 2012

DIRETTA STREAMING SU INTERNET Assemblea nazionale del comitato promotore della legge Zero Waste-rifiuti zero

Roma, 15 dicembre 2012 dalle 10.00 alle 13.00
Assemblea nazionale del comitato promotore della legge Zero Waste-rifiuti zero.
Incontro di 110 organizzazioni da 18 Regioni diverse per chiudere il Testo della Legge di Iniziativa Popolare sui rifiuti ed iniziare ad organizzare la Campagna di mobilitazione per la raccolta firme da gennaio a giugno.
 
 

martedì 11 dicembre 2012

Appuntamento: Torna la tradizionale Fiaccolata di Santa Lucia di Parma 15 dic 2012

 Con le recenti elezioni noi cittadini abbiamo lanciato un segnale ai poteri forti di Parma: l'inceneritore non lo vogliamo!
Non è solo il Movimento 5 stelle che non vuole l'inceneritore, è la cittadinanza che ne pretende la dismissione. Ma un sindaco ed una giunta schierati non bastano.
...
PERCHE' QUESTA MANIFESTAZIONE?
Perché se non ci fossero sovvenzioni pubbliche, che portano denaro ad Iren, l'inceneritore sarebbe anti economico già da oggi.
Perché le centinaia di differenti inquinanti che verranno emessi si assommeranno agli altri già presenti.
Perché i limiti minimi per le diossine sono calcolati su un individuo di 70kg, trascurando i bambini, che pesando meno della metà saranno esposti a dosi doppie degli adulti.
Perché Parma è tra le città con la qualità dell'aria peggiore d'Italia già oggi.
Perché gli sforamenti di PM 10 sono stati superati di oltre il doppio del consentito già dopo un mese e mezzo del 2012.
Perché un inceneritore è classificato come INDUSTRIA INSALUBRE IN CLASSE 1, che significa la più pericolosa possibile per la salute delle persone, lo dice l'articolo 216 del testo unico delle Leggi sanitarie (G.U. n. 220 del 20/09/1994 , s.o.n.129) e non è poco.
Perché la trasparenza non esiste, nessun membro del Comune è infatti inserito nella commissione di collaudo del forno.
Perché malgrado il segnale elettorale, non si vuole operare alcun cambiamento nella gestione dei rifiuti.
Perché a Parma si vogliono bruciare i rifiuti di altre città.
Perché sarà bruciato di tutto, come a Piacenza furono bruciati i fanghi del Lambro intrisi di petrolio.
Perché più che mai ora dobbiamo mantenere alta l'attenzione, dissentire da chi continua a non tenere in nessuna considerazione la volontà di una città.

COSA SPERIAMO?
La moltitudine che manifesta ha sempre fatto riflettere, una goccia si perde, ma tante gocce formano un fiume impetuoso.
Noi speriamo che le forze più attente alla salute e all'ambiente, che sappiamo presenti in ogni schieramento, trovino il coraggio di esprimere con fermezza il loro dissenso, convinti che fare politica è mettersi al servizio.
Noi speriamo che se saremo tutti uniti, società civile, mezzi di informazione, politici, allora si opererà un cambiamento.

Illuminiamo la notte di Santa Lucia con la luce della speranza, quella delle nostre fiaccole!

VI ASPETTIAMO NUMEROSISSIMI
FATE GIRARE LA NOTIZIA
INVITATE GLI AMICI
PORTATE LA FAMIGLIA

L'aria di Parma è già oggi irrespirabile.
Chissà come diventerebbe con un enorme camino in più. Dobbiamo gridarlo forte, tutti insieme. Accendiamo insieme la fiammella della speranza.
Il ritrovo è come sempre in piazzale Santa Croce a Parma alle 16,30 di sabato 15 dicembre 2012
Sarà un segno importante, per guardare ancora una volta al futuro con rinnovata speranza. Fatelo sapere anche ai vostri amici, colleghi, collaboratori. Un caro saluto. Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse

Se l'immondizia diventa ricchezza


Federazione Green Economy e PolieCo: un’altra via per ridare vita alla plastica (e non solo)

Rifiuti e discariche. Un binomio che in Italia, a differenza degli altri Paesi europei, è ancora attuale e che è sinonimo di problemi per molti comuni. Con gli impianti di termovalorizzazione si è pensato che si potesse trovare una soluzione efficace alla situazione che in alcune aree (Napoli e Roma fra tutte) è diventata particolarmente pesate. Ma così non è stato. Questa via si è dimostrata positiva solo in parte e, di fatto, presenta molti punti di debolezza, come ad esempio le emissioni di CO2 rilasciate dalla combustione dei materiali raccolti. Da qui la necessità di percorrere strade alternative seguendo la scia degli altri Stati europei che da anni si impegnano nella raccolta differenziata e soprattutto nel riciclo.
Questo l’argomento di discussione del convegno “Plastica e riciclo dei materiali. Un’altra via è possibile”, organizzato da Federazione Green Economy e PolieCo, in collaborazione con l’Istituto di ricerca Eurispes, che ha presentato uno studio sul ciclo di vita delle plastiche che tende all’approccio “Km 0”.
Delle 1.450.000 tonnellate di rifiuti plastici prodotti annualmente in Italia, se ne raccoglie in maniera differenziata il 70% (7% in più rispetto al 2009) ma non si tratta di un dato positivo. Infatti, di tale percentuale si riesce realmente a riciclare solo il 31%, dimostrando quanto sia ancora fallace il sistema di raccolta e di recupero dei materiali nel nostro Paese. Il confronto con il resto dell’Europa non consola affatto: la nostra posizione in classifica è al 20° posto (su 27) e, se non si riuscirà a trovare una soluzione efficace, l’Italia rischia di perdere gli ingenti finanziamenti che Bruxelles distribuirà tra il 2014 e il 2020 agli Stati che dimostreranno di privilegiare il riciclo alle discariche e agli inceneritori.
Eppure un approccio diverso nei confronti dei rifiuti potrebbe non solo risultare utile per la salvaguardi dell’ambiente ma anche per il rilancio dell’economia del Paese. “Il riciclo è la via concreta per una reale green economy, concetto che purtroppo, spesso è stato usato impropriamente”, afferma Enrico Bobbio, Presidente del Consorzio PolieCo. “Recuperare i materiali, infatti, consente una crescita occupazionale superiore di quasi 10 volte a quella prodotta dalle discariche o dall’incenerimento”, aggiunge Bobbio.
Secondo la Commissione Europea, se i 27 paesi dell’Unione si adeguassero alle normative comunitarie si potrebbero risparmiare 72 miliardi di euro l’anno. Il settore della gestione rifiuti e del riciclaggio incrementerebbe il proprio fatturato di 42 miliardi di euro l’anno, creando 400.000 posti di lavoro entro 2020.
“L’Italia”, spiega il Presidente dell’Eurispes, Gian Maria Fara, “non attuando una corretta gestione del ciclo, esporta ricchezza. Invia in Cina masse di materiale da riciclo con costi enormi e poi riacquista dalla stessa Cina oggetti prodotti con quello stesso materiale senza alcuna garanzia di qualità”. Nella ricerca realizzata dall’Istituto, si cerca di delineare lo scenario relativo alla composizione dei rifiuti plastici e, soprattutto, di mettere in risalto una delle maggiori criticità del settore, ossia i danni economici legati all’export incontrollato dei rifiuti plastici, la cui raccolta differenziata è finanziata attraverso le tasse e i contributi pagati dai cittadini europei, mentre i profitti finiscono il più delle volte nelle tasche di riciclatori e
trasformatori, soprattutto dei paesi dell’estremo oriente.
Al danno finanziario si aggiunge il danno economico, determinato dalla necessità per i produttori europei di attingere a materie prime vergini, anziché a materie prime seconde, e naturalmente il danno ambientale originato dal depauperamento delle risorse.
La proposta di miglioramento, anzi le proposte che ci si augura possano trovare spazio nell’agenda politica, sono molte e vanno da una più consistente raccolta di materiali plastici da smistare attraverso una più efficiente infrastruttura che riesca a separare i diversi tipi di plastica, alla creazione di sinergie industriali per aiutare le imprese a prendere coscienza del fatto che i loro rifiuti possono essere risorse per altre imprese, passando attraverso la promozione del riciclo a “Km 0”. Sul piano finanziario si auspica l’attuazione di una politica di investimenti che riduca i margini di rischio per coloro che investono in impianti di riciclo e misure economiche per favorire i produttori virtuosi, quelli cioè che prediligono la rigenerazione dei materiali al conferimento in discarica.

lunedì 22 ottobre 2012

No all'inceneritore del Gerbido

no_inceneritore00(da infoaut.org)
Torino_No all'inceneritore del Gerbido. Messaggio chiaro e determinato con il quale il Coordinamento No inceneritore Rifiuti Zero ha lanciato la manifestazione che si è tenuta sabato 20 nel centro città. Le mobilitazioni contro l'inceneritore si stanno andando ad intensificare, vista la dannosità dell'impianto per la salute e l'investimento inutile di Palazzo di Città che continua a privatizzare, tagliare servizi e svendere patrimonio pubblicato senza migliorare le condizioni di vita della popolazione torinese. Iniziato con un presidio sotto il comune per manifestare il proprio dissenso verso un' opera inutile come l'inceneritore del Gerbido, le numerose persone, si sono poi mosse in corteo per le vie del centro città, lungo via Garibaldi, via Po per arrivare sotto la sede della RAI.
Il Coordinamento No inceneritore denunciano le continue politiche di svendita della salute pubblica, le continue privatizzazioni, i tagli ai servizi, chiedendo la conversione del termovalizzatore in un impianto a freddo, più economico e più ecologico.
Non a caso a Reggio Emilia, Vercelli, Parma si sono stoppati i progetti di costruzione degli inceneritori, mentre il sindaco Fassino continua a persistere nel volere a tutti i costi un impianto che produrrà diossina, metalli pesanti, nanoparticelle, ossidi di azoto e zolfo, sostanze dannose per la salute, portatrici di tumori. Le ragioni che si “nascondono” dietro la costruzione dell'inceneritore sono tutte di natura economica, inconciliabili con i bisogni reali di una città sempre più impoverita dalle scelte politiche delle istituzioni locali che pensano unicamente a rimpinzare le casse del comune per mantenere i privilegi dei soliti noti.

Incontro informativo "I bimbi piccoli e le piccole polveri"


Il Comitato provinciale No Inceneritori organizza l'evento informativo pubblico: I bimbi piccoli e le piccole polveri. Cittadini e genitori si interrogano sull'inceneritore. L'alternativa c'è.

15 anni di emissioni tossico nocive di due inceneritori a Cremona non sono abbastanza: è in costruzione il terzo inceneritore, proprio adiacente agli altri due.
E' ormai certa la pericolosità per la salute umana di questi impianti ed, in particolare, è la vita dei bambini quella più a rischio. E' forse un caso che ne
lle zone limitrofe agli inceneritori le malattie cardiovascolari, le malformazioni fetali, i tumori, le leucemie infantili siano in drastico aumento rispetto alla media nazionale?

E' ormai certa la loro inutilità, una vergogna il profitto che generano solo a vantaggio di chi li costruisce, ottenuto non dall'efficienza degli impianti, ma dagli incentivi pubblici (CIP &, certificati verdi e bianchi), che tutti noi cittadini paghiamo con un sovrapprezzo del 7% nella bolletta elettrica.

In Europa e in diverse città italiane gli inceneritori vengono spenti perchè non rispettano la direttiva europea, sono antieconomici e dannosi, la gestione dei rifiuti è affrontata con soluzioni alternative, biocompatibili, che garantiscono vantaggi occupazionali, ambientali e rispettano la salute.

Alla serata intervengono:
Ing. Massimo Cerani - Esperto di rifiuti e riciclaggio
Dr. Tafla Hussein - Pediatra in Mantova
Comitato di mamme "Mantua mothers"

martedì 11 settembre 2012

Discariche e intimidazioni: il Comitato popolare mirandolese pronto a lottare!

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Mirandola (Modena) (da www.infoaut.org)

Ha pochi giorni di vita il C.omitato P.opolare M.irandolese ma comincia a porre quesiti importanti tra le terre colpite dal terremoto,  a cominciare dal  problema dei rifiuti, delle macerie e del suo smaltimento.

Nella zona diventata fulcro principale del ritorno alla “vita” di Mirandola,  si deve registrare la nascita di una  discarica abusiva all’interno di un area industriale dismessa. Quello che emerge è che essendo l’area dimessa da molto tempo, tutto il materiale accatastato non può essere dell’ex azienda stessa, ma evidentemente la zona, tra l’altro vicino anche a scuole e abitazioni, è stata scelta come discarica cittadina per la raccolta delle macerie e rifiuti in generale.
A tutto questo si aggiunge il fatto che, ancora una volta, contro chi decide di mettersi in gioco in difesa della propria terra, ci si mette la forza pubblica. Infatti in questi giorni la questura di Mirandola ha tentato di convocare uno dei componenti del comitato con fare arrogante, per chiedere spiegazioni sul comitato e sulle sue intenzioni.
Questo è il clima che emerge nelle terre colpite dal terremoto, dove tutto deve andare sempre bene e tutto deve essere sempre in ordine, dove non si possono criticare le istituzioni e si deve accettare tutto quello che si decide.
Bene non possiamo far altro che salutare comitati come questo e i tanti che stanno sorgendo nella bassa modenese, per controllare che la ricostruzione avvenga veramente a fronte delle mille promesse fatte dalla politica nazionale e locale.


Comunicato del Comitato Popolare Mirandolese.

Nella Mirandola del post sisma Viale Gramsci non è più solo la lunga strada di collegamento tra il centro ,la zona industriale e la stazione dei treni, ma oramai si può definire l'arteria principale della città. A causa della chiusura del centro storico gravemente danneggiato, V.le Gramsci ha visto spuntare ai suoi lati decine di container e attività commerciali facendolo diventare il fulcro della vita cittadina .Tant'è vero che ogni sabato vi si svolge anche il mercato. Ma questa zona non ha visto solo il fiorire di commercio e artigianato ma purtroppo anche di attività meno nobili e decisamente più dannose .Infatti, grazie ad alcune segnalazioni fatte al Comitato popolare mirandolese, abbiamo potuto constatare come l'area dell’ ex Covalpa sia di fatto diventata una discarica abusiva. Infatti nel piazzale che da su via Bruino vi è accatasta un enorme quantità di legname, ferro ,lana di vetro e altro materiale non identificabile. E' chiaro che questo materiale non provenga dallo stabilimento dell’ex industria alimentare in quanto nella stessa non ci sono segni tangibili di un cantiere attivo. Quindi è facile dedurre che siano rifiuti provenienti da altri cantieri e parcheggiati lì con il bene tacito dei proprietari .La questione si fa ancora più chiara andando a vedere chi è il proprietario dello stabile: una ditta di costruzioni oramai tristemente nota nell'area modenese.
Come Comitato ci chiediamo come sia possibile che in una zona così frequentata ,con un asilo a  poco più di 200m  ,densamente popolata e trafficata si possa permettere, in barba alle regole sullo smaltimento e trattamento dei rifiuti, depositare prodotti dannosi alla salute(lana di vetro) senza alcun tipo di controllo o conseguenza!!
Inoltre questo va ad aggravare una situazione di degrado che da anni coinvolge l'area ex Covalpa. Infatti dopo essere stata acquistata ,non solo è stata lasciata in totale stato di abbandono, ma sui tetti del capannone continuano a esserci, senza alcun tipo di manutenzione centinaia o forse migliaia di lastre del famigerato e cancerogeno eternit!!
Come C.P.M. abbiamo già sollecitato il Comune e soprattutto la figura del Sindaco a vigilare sullo smaltimento delle macerie post sisma(,in quanto il decreto 74 presenta una falla sulla questione del controllo lasciandolo a tutti gli effetti nelle mani dei privati)ottenendo la promessa di un incontro con Arpa. A distanza di 2 settimane dobbiamo constatare che la promessa è rimasta tale e i nostri timori si sono rivelati fondati.
Se sulla  questione degli aiuti economici che tardano (???) ad arrivare il problema va ricercato in primis dalla incapacità e sottovalutazione del governo Monti, sulla questione della tutela della salute e del territorio le amministrazioni comunali devono assolutamente essere vigili competenti e inflessibili.
Il C.P.M. anche grazie all'aiuto dei cittadini continuerà a tenere gli occhi aperti pronto a contrastare chi lucra sulla nostra salute.

martedì 4 settembre 2012

Parma: Inceneritore, richiesta di sequestro: tra gli indagati Ubaldi e Viero


Andrea Viero, direttore generale di Iren (da parmatoday.it)
Tra gli indagati nell'inchiesta della Procura di Parma sulla costruzione dell'inceneritore ci sarebbero l'ex sindaco Elvio Ubaldi e l'amministratore delegato di Enia, Andrea Viero, ora direttore generale di Iren, la multiutility che ha assorbito Enia e ha proseguito i lavori. La Procura ha chiesto nei giorni scorsi il sequestro preventivo del cantiere, ipotizzando i reati di abuso edilizio e abuso d'ufficio, ma senza rendere noti gli indagati, una decina.

Questa sera il Tgr dell'Emilia-Romagna ha reso noto che ci sarebbero anche l'ex responsabile del Servizio ambiente del Comune di Parma, Emanuele Moruzzi, già arrestato nell'inchiesta sul verde pubblico; e il suo collega all'Urbanistica Ivano Savi, preso per un giro di mazzette insieme alla moglie. Nell'elenco, anche il dirigente dell'ufficio Ambiente della Provincia di Parma, Gabriele Alifraco.



L'indagine sarebbe stata avviata dagli esposti delle associazioni contrarie all'impianto e poi approfondita dalla Guardia di Finanza, che ha puntato il dito anche sulla raccolta dei rifiuti, pure affidata senza le prescritte gare d'appalto, come del resto l'incarico di progettazione finito a Hera, la multiutility concorrente. Per le mancate concessioni edilizie l'amministrazione comunale dell'ex sindaco Vignali a un certo punto aveva ordinato la sospensione dei lavori, ma il Tar li fece ripartire e contro questa decisione il Comune, allora in amministrazione commissariale, non fece ricorso, così la Procura potrebbe approfondire anche questo aspetto.

lunedì 9 luglio 2012

Il passo della formica, sei anni dopo

295356_3908567667013_1999260878_aGiovedì 5 luglio, poco prima di mezzanotte. Il Consiglio Comunale di Rivalta di Torino vota la contrarietà alla Torino-Lione e la definitiva uscita dall’Osservatorio. Una lunga marcia al passo della formica ci ha portato fino a qui.
Il Comitato No Tav Rivalta nasce il 16 novembre 2006, su iniziativa di rivaltesi già attivi nel Movimento. E da allora diventa soggetto di azione politica attiva e indipendente, insieme alle altre forze No Tav rivaltesi e agli altri comitati della Collina Morenica e della ValSangone.
Già nel marzo del 2007 le prime delibere comunali che cominciano a mettere in discussione il TAV. Ne seguiranno numerose, fino alla sospensione della partecipazione all’Osservatorio (marzo 2010) e l’adesione alla Commissione Tecnica della Comunità Montana (aprile 2011). Da Rivalta partono in questi anni importanti manifestazioni NoTav: il 25 settembre 2010 6.000 persone, il 21 maggio 2011 15.000 persone.
Alle elezioni comunali del maggio 2012 le due coalizioni No Tav totalizzano 3.540 voti (il 36%) e il 21 maggio 2012 Mauro Marinari è eletto Sindaco No Tav di Rivalta con 3.961 voti di rivaltesi che hanno scelto di poter decidere del loro futuro.
Rivalta No Tav non per caso. La marcia delle formiche comincia ancora più indietro nel tempo. All’inizio degli anni ’90 i rivaltesi già lottano contro OMA e Chimica Industriale, i due inceneritori di oli e solventi esausti in riva al Sangone. Una lunga battaglia che li porterà alla vittoria proprio l’11 novembre 2006 (San Martino) con l’inizio della demolizione dei due stabilimenti. Cinque giorni dopo nasce il Comitato No Tav.
Oggi Rivalta di Torino, 1000 anni di storia e 19422 abitanti, è il comune più popoloso delle Valli No Tav.
Abbiamo scelto il passo della formica: lento ma inarrestabile.

alberto-poggio

lunedì 2 luglio 2012

No Gas: Capua contro l'ennesimo ecomostro

tn_2012-06-30_09-55-12_414(da www.infoaut.org)
 
Dopo diverse settimane di agitazione in città e nei paesi limitrofi, è sceso oggi in piazza il Movimento No Gas, che ha sfilato per le vie di Capua esprimendo un forte dissenso nei confronti del progetto di costruzione di un gassificatore in questo angolo della provincia di Caserta.

Un primo appuntamento chiamato direttamente dal movimento No Gas, che ha espresso, dopo le varie contestazioni ai consigli comunali in cui si discuteva la realizzazione dell'impianto, la volontà di dettare in prima persona l'agenda politica sul tema del gassificatore.

Un corteo determinato ha toccato quindi i punti nevralgici (Torri Federiciane, Comune, Piazza dei Giudici) della città per comunicare l'opposizione ad un progetto di "sviluppo" nocivo per il territorio e gravido di profitti solo per i costruttori dell'impianto e per quei soggetti istituzionali e mafiosi che vorrebbero lucrare sul ciclo e la gestione dei rifiuti.

Ad aprire il corteo, dopo una prima fila di donne e bambini che esponevano cesti con prodotti tipici della zona le cui coltivazioni sarebbero senza dubbio danneggiate dall'ennesimo ecomostro, uno striscione astato con scritto "No al gassificatore, nè a Capua nè altrove, No Gas in ogni città e in ogni paese" che testimoniava la voglia del movimento di sottrarre Terra di Lavoro ad una gestione dei rifiuti vantaggiosa per pochi ma estremamente dannosa per altri.

Il sindaco di Capua Antropoli, esponente primo della volontà di costruire l'opera, così come il presidente della provincia Zinzi e l'assessore all'ambiente Mastellone, sono stati fortemente contestati dal corteo. Comitati,associazioni,centri sociali ma tanti singoli cittadini e singole cittadine hanno preso parte al corteo.

Numerose anche le bandiere No Tav, a testimoniare l'inquadramento nazionale di una lotta che riguarda non solo la Campania e la provincia di Caserta, poichè reca in nuce quelle stesse contraddizioni riscontrabili in tutto il paese quando si parla di speculazione ed attacco ai territori.

Il movimento ha già rilanciato per una prossima assemblea popolare il 6 luglio, dove dare continuità ad un percorso di lotta che non vuole ridursi ad alcuna mediazione con le istituzioni del malaffare e condurre una battaglia che porti all'annullamento del progetto e ad un cambio complessivo di gestione di questi aspetti così cruciali per il territorio dell'Agro Caleno.

mercoledì 27 giugno 2012

Capua - No gas in corteo contro il gassificatore

 Capua - No gas in corteo contro il gassificatore

bfbfSabato 30 giugno, il movimento No Gas scende nuovamente in piazza per un corteo che attraverserà le strade di Capua per ribadire il forte no alla costruzione di un Gassificatore proprio nel territorio del comune dell’antica città di Terra di Lavoro. Il concentramento è previsto per le ore 9 presso le Torri Federiciane a Capua e la Rete Calena Beni Comuni invita tutti coloro che vogliono difendere il territorio casertano dalla devastazione ad aderire alla festosa e colorata manifestazione, promossa da una serie di realtà, tra cui la Piccola Libreria 80mq di Calvi Risorta, il centro sociale Tempo Rosso di Pignataro Maggiore e l’associazione Beyourself di Sparanise.
Con il termine gassificatore si intende un impianto che a partire da vari materiali e diversi tipi di rifiuti, può ricavare combustibili gassosi utilizzabili per la produzione di energia. Costruiti per essere una alternativa agli inceneritori, hanno però lo stesso effetto di questi ultimi per quanto riguarda i possibili danni all’ambiente ed anche a livello normativo il gassificatore è parificato proprio ad un classico impianto di incenerimento. Lo si potrebbe definire, quindi, come un inceneritore camuffato; cambia il nome ma non l’effetto nocivo. La costruzione del gassificatore a Capua rientra nel Piano Regionale per i rifiuti del 2012 promosso dalla Regione Campania, che prevede anche la costruzione di altri tre termovalorizzatori e la possibile apertura di nuove discariche a cielo aperto.
Il movimento No-Gas, movimento territoriale, popolare e multiforme nato diversi mesi fa proprio per opporsi a queste scellerate scelte imposte dall’alto, ha pochi ma fondamentali punti su cui basa il proprio dissenso, un dissenso ovviamente costruttivo che mira a creare una valida alternativa al sistema con cui sino ad oggi si è affrontato l’annoso problema della gestione dei rifiuti in Campania.
Da un lato c’è l’ennesimo impianto di trattamento termico dei rifiuti, deciso e voluto dalla solita classe politica e dirigenziale che impone importanti decisioni senza consultare la base, i cittadini che vivono quotidianamente un territorio già troppo umiliato. Dall’altro lato c’è un mondo che si nasconde dietro a due semplici parole, Rifiuti Zero, che per qualcuno possono rappresentare una utopia, un sogno irrealizzabile, ma per molti sono pratiche giornaliere: raccolta differenziata porta a porta, recupero della frazione "indifferenziabile" tramite impianti di trattamento meccanico manuale, corretto trattamento a secco dei rifiuti solidi urbani, riduzione alla fonte, riuso e riciclo della mataria, istituzione del registro dei tumori, filiera corta del trattamento dei rifiuti, difesa dei beni comuni, salvaguardia dell’ambiente, dell’aria e della terra tramite una bonifica di tutto il territorio di Terra di Lavoro.
L’alternativa all’odierna gestione del ciclo dei rifiuti esiste ed è già realtà in alcune comunità dell'Agro Caleno, che si sono anch'esse schierate apertamente in maniera contraria alla possibile costruzione dell'eco mostro a Capua. In testa c'è uno dei comuni più virtuosi d'Italia, ovvero Camigliano che già da diversi anni è in prima linea nella difesa del territorio, anche grazie al prezioso lavoro del sindaco Cenname. Il 14 giugno scorso è stata, invece, la volta del comune di Pignataro Maggiore, dove il consiglio comunale all'unanimità ha dato parere favorevole all'adesione alla strategia Rifiuti Zero. A breve anche i comuni di Sparanise e Bellone adotteranno tale provvedimento, che è solo l'inizio di un percorso che mira a sostituire l'attuale gestione dei rifiuti fatta di discariche, inceneritori e mega impianti costosissimi, con progetti che vedano la creazione di comunità ecologiche locali. (articolo tratto da you-ng.it)

L'appello per il corteo del 30:
Il movimento No-Gas, le comunità dell’Agro capuano e caleno, i comitati, i singoli cittadini, chiamano alla mobilitazione:
30 GIUGNO 2012
CORTEO CONTRO IL GASSIFICATORE DI CAPUA
Concentramento ore 9 presso le Torri Federiciane
Partecipiamo tutt* per ribadire il nostro secco “NO!”alla devastazione del nostro territorio e al trattamento termico dei rifiuti.
  • NO AL GASSIFICATORE
Né a Capua né altrove.
  • NO AI PIANI REGIONALE E PROVINCIALE DEI RIFIUTI
È necessario invertire la rotta e imporre dal basso le decisioni in merito al trattamento dei rifiuti, rifiutando le logiche che rispondono ad interessi di mafie ed affaristi.
  • RIDUZIONE ALLA FONTE, RICICLO E RIUSO DELLA MATERIA
Come alternativa all’odierna gestione del ciclo rifiuti, per Rifiuti Zero e per l’incremento dei livelli occupazionali grazie alla raccolta differenziata e a un corretto trattamento a secco dei rifiuti solidi urbani. Riduzione alla fonte, riciclo e riuso. No a discariche e/o ad impianti di trattamento termico (incenerimento, combustione, gassificazione, termovalorizzazione) dei rifiuti.
  • BONIFICA DEL TERRITORIO
In particolare a Capua: dal sito di stoccaggio del Frascale, alle campagne a ridosso della “Cittadella della monnezza” tra Capua, San Tammaro e Santa Maria La Fossa. Bonifica immediata anche del “Laghetto Degli orrori” di Casa Cerere.
Questi i pochi e fondamentali punti che i movimenti per la difesa dell’ambiente e del territorio, in provincia di Caserta e in tutta la Campania, mettono al primo posto nella propria agenda. Anche il movimento NoGas ritiene che il semplice “nimby-ismo” non possa essere la soluzione al problema del gassificatore.
Per questo motivo siamo contrari in generale al trattamento termico e indichiamo raccolta differenziata per il riciclo e il riuso, riduzione a monte degli imballaggi, come unica alternativa praticabile.
Il 30 giugno a Capua è solo una ulteriore tappa del movimento popolare per ribadire il nostro“NO!” al gassificatore, partecipiamo numerosi, palesiamo la forza e la determinazione delle comunità a non abbassare la testa: bambini, anziani, donne e uomini camminiamo insieme, fianco a fianco, per riaffermare la nostra volontà, contro la speculazione che da anni mortifica il nostro territorio.
Movimento NoGas
per info e adesioni: controilgassificatore@gmail.com

lunedì 25 giugno 2012

Sintesi Assemblea popolare “NO inceneritori, SI alternative!”


Assemblea popolare “NO inceneritori, SI alternative!”
Gerre de’ Caprioli 22 giugno 2012
SINTESI

Perché la costituzione del “Comitato No Inceneritori”?
Per denunciare scelte, progetti ed opere pubbliche mai presentate né condivise con la cittadinanza, cosiddette di pubblica utilità.
È pubblica utilità continuare a incenerire rifiuti in un'area e una Provincia che si colloca al primo posto per le neoplasie allo stomaco, che insieme a Brescia sono i capoluoghi lombardi più inquinati (Trenoverde 2012 – Ministero Ambiente), che condivide con Parma il primato nazionale di sforamenti del limite di polveri sottili (nei primi 100 giorni del 2012 più di 70 sforamenti quando il limite è di 35 giorni all'anno) disattendendo il principio di precauzione sancito dall'art.15 di Rio 20 nel 1992?È pubblica utilità insistere nella scelta di incenerire i rifiuti contravvenendo alla normativa europea che impone una precisa gerarchia di riduzione e riciclaggio dei rifiuti e far pagare ai cittadini le sanzioni del mancato rispetto?È pubblica utilità pagare il 40% in più di tassa rifiuti perché la raccolta differenziata rimane al di sotto del 50%, per i nove Comuni compresa Cremona che si servono da AEM, perché si deve alimentare l'inceneritore?È pubblica utilità bruciare il legno della raccolta differenziata anziché riciclarlo visto che la Lombardia insieme all'Emilia Romagna sono le due maggiori Regioni che importano legno per le industrie di pannelli truciolari?È pubblica utilità che il legno che servirà come combustibile per la centrale a biomasse in costruzione a Gerre arriverà per il 75% da Crema, Lodi, Rovato (Brescia e Bergamo), Pavia e sarà anche legno vergine?È pubblica utilità che la nuova centrale biomasse sia funzionale all'inceneritore e non sia stata aggiornata l'AIA?
È pubblica utilità che la centrale a biomasse (terzo inceneritore) ricada nella perimetrazione del PLIS del Po e del Morbasco e nell'ambito territoriale agricolo?È pubblica utilità che vengano aggiunte emissioni in atmosfera nella Pianura Padana nota come “camera a gas” essendo una delle cinque aree più inquinate d'Europa per morfologia, concentrazione di industrie, agricoltura e allevamenti intensivi, uso elevato di fertilizzanti e pesticidi?È pubblica utilità che la centrale si farà solo perché entro il 31.12.2012 potrà beneficiare degli incentivi pubblici che i cittadini stanno già pagando con la bolletta?È pubblica utilità che tutte le Istituzioni all'unisono parlano di agroalimentare in una Provincia con la mal'aria e con perdita progressiva di suolo fertile?È pubblica utilità non considerare i rifiuti come risorse che assicurerebbero rispetto dell'ambiente, della salute, creerebbero occupazione, libererebbero risorse per cittadini e imprese (quest'ultime abbatterebbero il costo delle materie prime del 60-70%) come già altre province virtuose stanno operando?È pubblica utilità che ad oggi non ci sia una legge che imponga un limite di impatto ambientale cumulativo di emissioni?È pubblica utilità sottrarre terreno fertile di categoria A quando la terra ci serve per vivere considerando che 3 abitanti su 4 vivono in nazioni debitrici ecologiche (WWF)? È pubblica utilità sottrarre terreni alla coltura di vegetali (nella nostra provincia già un terzo dei terreni) per l'alimentazione umana e animale mentre la richiesta di cibo a livello mondiale aumenta del 4% (causa della Primavera Araba)?È pubblica utilità non annullare il bilancio di CO2 e produrre ossidi di azoto, ossidi di carbonio, benzene, idrocarburi policiclici aromatici, diossine, polveri sottili e molte altre sostanze non ancora considerate dalla normativa, dannose per la salute (Direttiva 96/62/CE sulla Gestione e qualità dell’aria ambiente dei Paesi dell'Unione: “mantenere la qualità dell'aria laddove è buona e migliorarla negli altri casi”)?È pubblica utilità aver disatteso il Piano Provinciale dei Rifiuti che imponeva il raggiungimento di una raccolta differenziata pari al 60% al 31.12.2011 e del 65% al 31.12.2012?È pubblica utilità aver aumentato nel 2010 la produzione pro capite dei rifiuti del 1.1% rispetto al 2009 quando l'UE ne impone la riduzione (la produzione della provincia di Cremona in un anno è pari al volume di 2000 appartamenti!)?È pubblica utilità non produrre e utilizzare le materie prime seconde quale strumento di integrazione tra obiettivi di politica ambientale e di poltica economica stante il grave contesto economico della provincia di Cremona con tassi di disoccupazione superiore alla media regionale?È pubblica utilità il 50% di turismo nei rifiuti oltre provincia e sostenere costi pari a 41,9 milioni di euro annui quando province virtuose in altre regioni spendono la metà?È pubblica utilità che gli incentivi di 0,28 E/kwh a impianti agricoli fino a 999 KW realizzati, anche se non in funzione, entro il 31.12.2012 generando appetito speculativo di lobby industriali tedesche, del mondo agricolo e di interessi finanziari creano un grave problema di liquidità sociale alle piccole imprese?È pubblica utilità che 100 comuni su 115 nella nostra Provincia non garantiscono l'informazione sulla qualità dell'aria ai loro cittadini, fenomeno che riguarda la loro salute (Direttiva 1999/30/CE art.8)?

Per far incontrare ed unire cittadini che hanno voglia di “metterci su la testa”: per informarsi, conoscere, approfondire, esprimersi e proporre.

Per pretendere e promuovere “un’etica ecologica”: non possiamo assistere ad Amministrazioni che decidono e intraprendono opere pubbliche, e di pubblica utilità, senza preventivamente motivarle ai cittadini così che si formano ogni volta comitati contro. Agli Amministratori compete la responsabilità di motivare le scelte.

In quale contesto viviamo?
Nel mondo paesi come l'India e il Sud Corea hanno fatto scelte fortemente verdi nei loro pacchetti anti-crisi rispettivamente il 69% e il 34%. La domanda attuale di materie prime seconde, quelle ottenute dal riciclo dei rifiuti, è strutturalmente in crescita per le industrie manifatturiere, ma sarà soddisfatta sempre meno dall'Europa e sempre di più domesticamente dai paesi emergenti. Infatti Cina, India e Brasile avranno una crescita trainata dalla domanda interna, quindi la produzione resterà all'interno e il relativo rifiuto. Inoltre questi paesi hanno sistemi di gestione rifiuti che iniziano a strutturarsi (obiettivo al 2015 : 70% di recupero. In Italia nel 2008 era richiesto il 60%: la nostra Provincia di Cremona recupera la metà della sua raccolta differenziata che si è attestata nel 2010 al 59,6%, quindi ben lontano dall’obiettivo posto dalla legge!).
L’OCSE ha richiamato l’Europa a puntare su green economy ed efficienza energetica (valgono 5 milioni di posti di lavoro) indicando tre strumenti: supportare il ricollocamento alle imprese verdi, incentivare l’eco-innovazione e le tecnologie verdi, fare riforme fiscali perché il costo delle politiche ambientali non diventino barriera alle assunzioni. In Italia il gettito delle tasse ambientali è passato dai 49 ai 42 miliardi di euro dal 1999 al 2009, ma solo l’1,1% va a tutela dell’ambiente!

Il sistema del riciclo è una vera e propria filiera industriale: l’Italia è al 2° posto in Europa dopo la Germania. Eppure in provincia di Cremona crediamo che esistano solo gli inceneritori...
Il riciclo è una delle componenti più dinamiche della green economy e contribuisce ad affrontare alcune sfide: riduce i carichi ambientali (emissioni e risparmio di materie vergini e acqua), crea occupazione, rafforza le risorse base per l’economia. L’analisi di alcuni indicatori aiuta a sfatare i pregiudizi sul riciclaggio: il valore aggiunto per occupato è allineato alla media del settore manifatturiero, il costo medio del lavoro è inferiore alla media del manifatturiero, il settore presenta un alto tasso di investimento.
Ecco allora che il raffronto fra riciclaggio e incenerimento produce: un rapporto di 20 a 1 come fonte occupazionale, un notevole risparmio energetico (rifiuti=risorse), una consistente riduzione dei costi della tassa rifiuti. Gli impianti di riciclaggio possono essere collocati in aree dismesse e sono a scalare, ritornano l’investimento in due/tre anni, non usufruiscono di incentivi pubblici per false rinnovabili, fanno decadere le procedure d’infrazione dell’UE.

Alcune informazioni sulla “Centrale cogenerativa da 1 MGW a biomassa legnosa da raccolta differenziata” in costruzione.

Iter autorizzativo concluso nel 2010. I cittadini non sono stati minimamente informati, ma hanno iniziato a mobilitarsi in seguito all’inizio dei lavori di ruspe e trivelle di pochi mesi fa.
Nel Rapporto ambientale del 04/08/2010 si legge:
In premessa “il progetto architettonico dell’impianto è stato studiato per valorizzare l’integrazione dell’edificio nell’ambiente circostante, garantendo un’architettura di elevato pregio che richiamasse, anche nei materiali, il tema della biomassa e del teleriscaldamento”.

In merito alle componenti ambientali, per quanto la potenzialità dell’impianto risulti poco significativa, i criteri di progettazione della centrale sono stati improntati per garantire la massima efficienza energetica (il rendimento complessivo dell’impianto è superiore all’80% e soddisfa ampiamente i parametri di efficienza IRE e LT imposti dalla normativa) e il più rigoroso rispetto dell’ambiente. Con riferimento a quest’ultimo aspetto, l’impianto è equipaggiato con le migliori tecnologie per l’abbattimento delle emissioni gassose ed è stato progettato al coperto per limitare al massimo l’impatto acustico e visivo.

L’impianto ricade all’interno del perimetro del Parco Locale di Interesse Sovracomunale del Po e del Morbasco normato all’art 15 delle NTA: sarà quindi necessario richiedere il parere dell’Ente gestore del Parco, vincolante ai fini dell’ottenimento dell’autorizzazione alla realizzazione dell’intervento.

L’area di intervento ricade nell’ambito della Classe di fattibilità geologica 3a, che prevede consistenti limitazioni alla trasformazione dei suoli.
Le Norme Tecniche prevedono che per interventi di nuova costruzione ricadenti in classe 3a venga redatta un’indagine geologica, idrogeologica, geotecnica e sismica al fine di definire le condizioni di suolo e sottosuolo con particolare riguardo alla caratterizzazione dei terreni di fondazione e alla sicurezza idraulica e idrogeologica del sito.

L’area dell’impianto, con la sola eccezione del bosco esistente, ricade nell’ambito territoriale “Agricolo”.

Dall’edificio A si accede al piano superiore dell’edificio B attraverso una sala espositiva vetrata sospesa (E) che prosegue il percorso espositivo anche all’interno dell’impianto vero e proprio attraverso un ballatoio all’interno della zona forno.
L’edificio C è l’edificio volumetricamente più imponente, e ospita l’impianto di combustione.
L’edificio D invece ospita la zona triturazione del materiale ligneo, che viene stoccato in un deposito all’aperto.

Analisi componenti ambientali:
• Tutela dell’aria: Il camino di scarico fumi, alto circa 24 metri, garantisce che il fumo sia rapidamente disperso in atmosfera.
• Impatto emissivo del nuovo impianto: sono abbondantemente sotto i valori limiti. Il nuovo impianto sarà dotato di un sistema di monitoraggio in continuo delle emissioni al camino della caldaia a biomassa.
• Inquinamento acustico: compatibile e rispetta i lavori limite
• All’interno del perimetro dell’impianto possono essere identificate due potenziali sorgenti significative di campi elettromagnetici: il trasformatore e la linea di trasmissione in media tensione.

Prossima iniziativa a Luglio.
Grazie a quanti hanno partecipato.

Comitato No Inceneritori Cremona
blog: www.noinceneritoricremona.blogspot.com
pagina facebook: www.facebook.com/NoInceneritoriCremona

mercoledì 20 giugno 2012





Assemblea popolare
NO inceneritori, SI alternative!

Cittadini/e, in zona S. Rocco, dietro alla discarica RSU e il doppio inceneritore, che insieme ai quartieri: Ospedale, Bosco, Bagnara e Gerre sono tra le zone con la più alta concentrazione di impianti inquinanti di Cremona, sono iniziati da circa due mesi i lavori per la costruzione di una centrale a biomasse legnose, in realtà un terzo inceneritore.
Perché dire NO? Non facciamoci ingannare dalla parola “bio”, affermare che le biomasse sono una fonte di energia pulita è falso, Infatti inquinano più del metano e del carbone:
  • una centrale a biomassa ha una resa molto bassa, quindi non utile e tantomeno necessaria.
  • reca danno all’ambiente e alla salute, soprattutto in Pianura Padana, che compare già tra i territori più inquinati d’Europa ed a Cremona perché si aggiunge ai due inceneritori, all’inquinamento Tamoil ed alla Ex discarica S. Rocco da bonificare.
  • bruciare il legno è uno spreco di energia ed è antieconomico, perché riciclandolo si otterrebbero guadagni superiori e minor inquinamento ambientale.
  • produce ossidi di azoto che diventano particolato, ossia altre polveri sottili: a Cremona siamo già fuori legge con più di 60 giorni di sforamento in tre mesi contro il limite di max 35 giorni annui! Le polveri sottili sono causa di trombosi ed embolie polmonari come certificano i medici per l’ambiente (vedi Progetto ambiente e tumori su www.aiom.it).
  • le centrali a biomasse legnose sono classificate dalla legge del tipo “insalubri di prima classe” (la più grave).
  • noi cittadini non siamo stati minimamente informati ne chiamati in causa dall’Amministrazione comunale, eppure il progetto è stato approvato un anno e mezzo fa!

È indetta un'assemblea popolare informativa per tutti/e i/le cittadini/e il prossimo 22 giugno 2012 - ore 18:00 presso Piazza del Comune - Gerre de' Caprioli.

Sarà l’occasione per la raccolta adesioni del “Comitato No Inceneritori Cremona”, comitato SPONTANEO ed APARTITICO formato da tutti e tutte coloro che dicono:
NO CENTRALE BIOMASSE A CREMONA!”
In difesa dei beni comuni:
+ differenziata - produzione rifiuti
+ riuso/riciclo - discariche
+ recupero materia - costi
+ occupazione - malattie

Comitato No Inceneritori Cremona
blog: www.noinceneritoricremona.blogspot.com
pagina facebook: www.facebook.com/NoInceneritoriCremona
Comitato Difesa del Territorio
Coordinamento Comitati Ambientalisti Lombardia