In questo momento, problema fondamentale e sentito a Parma è l’avvio
dell’ inceneritore, opera fortemente osteggiata negli anni dai cittadini
che vivono questo territorio. (fra l’altro nel bel mezzo della food
valley dei prodotti agricoli e alimentari di qualità!)
Impianto che sembra debba partire, nonostante anni di proteste, di
iniziative, di mobilitazioni e nonostante il comune a 5 stelle, vera
novità di questa città, abbia fatto della promessa a non attivarlo, il
vero baluardo della campagna elettorale (compresi gli slogan di Grillo:
“dovranno passare sul corpo di Pizzarotti”).
Da un anno a questa parte abbiamo quindi dato vita ad un’assemblea
permanente aperta, che togliesse la parola “ormai” quando si parlava
dell’accensione di questo impianto. Abbiamo ritenuto fosse necessario
avviare un processo di lotta capace di bloccare, di chiudere “il
mostro”.
Un percorso dal basso che vuol parlare direttamente della sottrazione
agli interessi privatistici e speculativi, dei beni comuni (ambientali e
non) e che avrà un passaggio fondamentale in una grande manifestazione
indetta per il 15 giugno, tappa di un iter che si darà un respiro ampio,
congiungendo tutti quei movimenti che si oppongono alla distruzione
dell’ambiente, alla sospensione democratica nel nostro paese e
connettendo le lotte terriatoriali dal Nord al Sud per la difesa e la
ripubblicizzazione dei servi locali.
Per questo chiediamo di firmare l’appello sottostante e di
girarlo a tutte le altre realtè (associazioni, comitati, etc.) che
lottano sulla questione ambiente, democrazia e beni comuni.
Per aderire scrivi a: spam_parma@yahoo.it
—15 Giugno 2013 – Game Over Inceneritori: per salvaguardia dei beni comuni e la chiusura degli inceneritori
L’emergenza rifiuti e la proliferazione di impianti mortiferi come
inceneritori, gassificatori e discariche su tutto il territorio
attestano l’insostenibilità di un modello di sviluppo che fa del
saccheggio di diritti e risorse il suo paradigma costituente.
Impianti che celano un vero e proprio attentato alla democrazia, escludendo di fatto le comunità locali dai processi decisionali che interessano i propri territori, e creando quelle lacerazioni nel tessuto socio-economico, sede di incubazione per speculazioni ambientali ed ecomafie.
Le manovre speculative per la messa a profitto delle risorse naturali, costituiscono un attacco indiscriminato al diritto alla salute di tutti e tutte.
Una strategia ben illustrata nel piano energetico nazionale varato del governo precedente, in cui si individua nei rifiuti (nel concetto includiamo anche biogas e biomasse) una fonte primaria di produzione energetica, dando il via alla disseminazione di rigassificatori e liberalizzando le trivellazioni di idrocarburi.
In una regione come l’Emilia Romagna, che ad oggi risulta tra i territori più inquinati d’Europa, e in una città come Parma, la food valley “maglia nera” per inquinamento atmosferico, l’accensione dell’inceneritore è un fatto inaccettabile.
Questo impianto, pianificato e fortemente voluto dagli ambienti politici e finanziari bipartisan (PD e PDL in primis), uniti in un connubio di interessi e poteri, è figlio di una partitocrazia malata e di un settore economico deviato, fatti di speculazioni a danno dei cittadini che ripagheranno il debito attraverso le tariffe dei servizi pubblici, mentre a pieni polmoni inaleranno la miscela di diossine, polveri sottili e metalli pesanti.
Un pungolo per la novella amministrazione a cinque stelle, che della promessa di chiusura dell’impianto ha fatto il grimaldello della sua campagna elettorale, salvo poi rimanere intrappolata nella selva di vincoli burocraticoragionieristici e del pagamento di penali. Un’aberrazione ambientale, che fornisce linfa vitale agli interessi economici della multiutility Iren, sotto i riflettori anche per l’eventualità della cessione del servizio idrico dal Comune alla Società Mediterranea Acque (di fatto una privatizzazione, in completa controtendenza con l’esito del referendum 2011), e delle lobby politico-economiche collegate.
L’accensione dell’inceneritore di Ugozzolo, oltre che un oltraggio al buonsenso, costituisce un’ingiustizia anacronistica persino rispetto alle direttive europee (Strategia Europa 2020), dirette ad intensificare le pratiche della raccolta differenziata e del riciclaggio e la chiusura di inceneritori e discariche in Europa entro il 2020.
Il 15 Giugno 2013 lanciamo una manifestazione perché crediamo che l’inceneritore di Parma rappresenti la condizione di un Paese intero, stretto nella morsa del ricatto tra lavoro e salute, tra profitto ed inquinamento, tra la vecchia e collusa politica d’interessi e il benessere collettivo.
Vogliamo indicare con forza la necessità di ripensare, in tempi di crisi, a nuovi paradigmi economici, di consumo e gestione dei rifiuti. Per questo, al NO all’inceneritore, affianchiamo il SI alla strategia Rifiuti Zero, attraverso la raccolta firme per la legge di iniziativa popolare che si propone l’obiettivo di cambiare la Legge Nazionale in vigore per la gestione dei rifiuti (Testo Unico Legge n°152/2006 e successive modifiche) per ridisegnare il ciclo delle risorse e mettere in pratica un nuovo modo di intendere i rifiuti.
Il 15 giugno democrazia e salute saranno parole d’ordine: non possiamo accettare che l’inceneritore venga costruito coi soldi dei cittadini e contro la volontà della gran parte di essi. Perché le penali sono meno importanti della salute dei cittadini.
Con determinazione la cittadinanza sfiderà l’apertura imminente dell’inceneritore, sicura di aver ragione, sicura che l’aria sia un bene comune da difendere, sicura di non voler delegare più il proprio futuro. Pensiamo occorra dare un segnale forte, non mostrarci pacificati e vinti, per esprimere un no senza se e senza ma, un no dal basso, un no di una città intera.
Perché democrazia significa poter scegliere il meglio per le nostre vite, per il nostro ambiente: democratica non è la costruzione e la messa in funzione di questo inceneritore. Democratica è la chiusura immediata di tutti gli impianti inquinanti sul territorio.
Solo assieme diviene possibile “fermare il mostro”: con i nostri corpi, le nostre idee, la nostra forza.
Riprendendoci il diritto a decidere e respirare.
Chiediamo:
• l’adesione formale del Comune di Parma e della provincia di Parma alla strategia Rifiuti Zero;
• la chiusura immediata dell’inceneritore senza se e senza ma;
• la ripubblicizzazione del servizio di gestione dei rifiuti, sottraendolo agli interessi speculativi di Iren.
Impianti che celano un vero e proprio attentato alla democrazia, escludendo di fatto le comunità locali dai processi decisionali che interessano i propri territori, e creando quelle lacerazioni nel tessuto socio-economico, sede di incubazione per speculazioni ambientali ed ecomafie.
Le manovre speculative per la messa a profitto delle risorse naturali, costituiscono un attacco indiscriminato al diritto alla salute di tutti e tutte.
Una strategia ben illustrata nel piano energetico nazionale varato del governo precedente, in cui si individua nei rifiuti (nel concetto includiamo anche biogas e biomasse) una fonte primaria di produzione energetica, dando il via alla disseminazione di rigassificatori e liberalizzando le trivellazioni di idrocarburi.
In una regione come l’Emilia Romagna, che ad oggi risulta tra i territori più inquinati d’Europa, e in una città come Parma, la food valley “maglia nera” per inquinamento atmosferico, l’accensione dell’inceneritore è un fatto inaccettabile.
Questo impianto, pianificato e fortemente voluto dagli ambienti politici e finanziari bipartisan (PD e PDL in primis), uniti in un connubio di interessi e poteri, è figlio di una partitocrazia malata e di un settore economico deviato, fatti di speculazioni a danno dei cittadini che ripagheranno il debito attraverso le tariffe dei servizi pubblici, mentre a pieni polmoni inaleranno la miscela di diossine, polveri sottili e metalli pesanti.
Un pungolo per la novella amministrazione a cinque stelle, che della promessa di chiusura dell’impianto ha fatto il grimaldello della sua campagna elettorale, salvo poi rimanere intrappolata nella selva di vincoli burocraticoragionieristici e del pagamento di penali. Un’aberrazione ambientale, che fornisce linfa vitale agli interessi economici della multiutility Iren, sotto i riflettori anche per l’eventualità della cessione del servizio idrico dal Comune alla Società Mediterranea Acque (di fatto una privatizzazione, in completa controtendenza con l’esito del referendum 2011), e delle lobby politico-economiche collegate.
L’accensione dell’inceneritore di Ugozzolo, oltre che un oltraggio al buonsenso, costituisce un’ingiustizia anacronistica persino rispetto alle direttive europee (Strategia Europa 2020), dirette ad intensificare le pratiche della raccolta differenziata e del riciclaggio e la chiusura di inceneritori e discariche in Europa entro il 2020.
Il 15 Giugno 2013 lanciamo una manifestazione perché crediamo che l’inceneritore di Parma rappresenti la condizione di un Paese intero, stretto nella morsa del ricatto tra lavoro e salute, tra profitto ed inquinamento, tra la vecchia e collusa politica d’interessi e il benessere collettivo.
Vogliamo indicare con forza la necessità di ripensare, in tempi di crisi, a nuovi paradigmi economici, di consumo e gestione dei rifiuti. Per questo, al NO all’inceneritore, affianchiamo il SI alla strategia Rifiuti Zero, attraverso la raccolta firme per la legge di iniziativa popolare che si propone l’obiettivo di cambiare la Legge Nazionale in vigore per la gestione dei rifiuti (Testo Unico Legge n°152/2006 e successive modifiche) per ridisegnare il ciclo delle risorse e mettere in pratica un nuovo modo di intendere i rifiuti.
Il 15 giugno democrazia e salute saranno parole d’ordine: non possiamo accettare che l’inceneritore venga costruito coi soldi dei cittadini e contro la volontà della gran parte di essi. Perché le penali sono meno importanti della salute dei cittadini.
Con determinazione la cittadinanza sfiderà l’apertura imminente dell’inceneritore, sicura di aver ragione, sicura che l’aria sia un bene comune da difendere, sicura di non voler delegare più il proprio futuro. Pensiamo occorra dare un segnale forte, non mostrarci pacificati e vinti, per esprimere un no senza se e senza ma, un no dal basso, un no di una città intera.
Perché democrazia significa poter scegliere il meglio per le nostre vite, per il nostro ambiente: democratica non è la costruzione e la messa in funzione di questo inceneritore. Democratica è la chiusura immediata di tutti gli impianti inquinanti sul territorio.
Solo assieme diviene possibile “fermare il mostro”: con i nostri corpi, le nostre idee, la nostra forza.
Riprendendoci il diritto a decidere e respirare.
Chiediamo:
• l’adesione formale del Comune di Parma e della provincia di Parma alla strategia Rifiuti Zero;
• la chiusura immediata dell’inceneritore senza se e senza ma;
• la ripubblicizzazione del servizio di gestione dei rifiuti, sottraendolo agli interessi speculativi di Iren.
Assemblea Permanente NoInceneritori
—
Primi firmatari:
Casa Cantoniera Autogestita, Art Lab Occupato, A.L.B.A. Nazionale, Liberacittadinanza, Commissione Audit sul debito pubblico, Associazione “Perche’no?”, Rete Diritti in Casa, Collettivo Banco Lotto Quattrocentonovantotto, Centro Studi Movementi Parma, Ambulatorio Ospedale Vecchio, Comitato Difesa Salute & Ambiente Padova Est, Comitato per Scarpino – Genova, Attac Italia, Comitato Legge Rifiuti Zero della Provincia di Vercelli, Associazione A Sud, Centro di Documentazione sui Conflitti Ambientali – CDCA, Comitato No Inceneritori Cremona, Comitato “Lasciateci respirare” Padova, Comitato “Lasciateci respirare” Monselice, Associazione Verdelitorale di Cavallino-Treporti (Ve), Comitato Radicati al Territorio No Ombrina – Abruzzo, Coordinamento
Provinciale Comitati Ambiente e Salute di Reggio Emilia, Parma Bene
Comune, Teatro Polivalente Occupato (TPO) – Bologna, Laboratorio Aq16 –
Reggio Emilia, Laboratorio Paz – Rimini, Rifondazione Comunista –
Parma, FalceMartello – Parma, PCL – Parma Sezione Frida Kahlo, PCL ,
Unione Sindacale Italiana (USI), Gruppo Libertario Antonio Ceri, Làbas
Occupato – Bologna, Laboratorio Occupato Insurgencia – Napoli, D.A.D.A.
– Dipartimento Autogestito dellìAlternativa – Napoli, Mezzocannone 12
Occupato – Napoli, Auditorium Carla e Valerio Verbano – Napoli, Commons
– Rete dei Comitati per i Beni Comuni di Napoli e Provincia, CSA
Arcadia – Schio, Rete dei Comitati Alto Vicentino, Alberto Lucarelli –
Prof.Ordinario di Diritto Costituzionale; Estensore Quesiti Referendari
Acqua Pubblica, Ugo Mattei – Commissione Rodotà; Estensore Quesiti
Referendari Acqua Pubblica, Carlo Rossetti – Normativa europea; Tutela
dell’ambiente da emissioni pericolose, PRC Emilia Romagna, Il Popolo
Viola di Parma., Coordinamento LIP Rifiuti Zero dell’Emilia Romagna,
Zona 22 – San Vito Chietino, Guido Viale – Economista e scrittore
italiano, tra gli interpreti della crisi globale di questi anni,
Coordinamento Comitati Ambientalisti Lombardia, CSP – Partito Comunista –
Parma.
Mondo della cultura, della musica e dell’arte:
John ”Beatman” Tramonta – Dj, Bonnot – Dj, Assalti Frontali – Band, EMILY Collettivo Musicale – Band, E.C. – Band, Emanuele Nidi – Compositore, Luca Xulli – Fotografo, One Dread Society – Dj Sound, Roipnol Witch – Band, FFD – Band, Pietro Gerboni – Fotografo, Dimitri Corradini – Illustratore, 1922 – Band, Skarnemurta – Band, Artevoluzione – Circolo d’Arte, Dash Trash Crew – Dj Sound, The Maranzas – Dj Sound, SGT. CALACA – Band, Materia Off – Circolo culturale, RadiorEvolution – Radiouniversitaria, Elisa maestri – Libraia d’arte, Grozni – Illustratore, Solecismi Pedestri – Band, Mha corre fra gli alberi – Grafico e illustratore, Riccardo Bregoli – Cantautore, Fratelli Skaribelli – Band, Francesco Pelosi – Cantautore, 35mm – Collettivo greco (Salonicco) di fotografia, Anticorpi Teatri – Compagnia teatrale, Cristiano Antonino – Fotografo, Ape Piazza – Dj, Vauro Senesi – Vignettista, Elisa Contini – Fotografa, Empatee du Weiss – Gruppo musicale, Nicola Casalini – Operatore Culturale, Wu-Ming – Collettivo di scrittori.
—Don Scaccaglia e la lotta all’Inceneritore di Parma:
Giuseppe De Marzo sull’inceneritore di Parma – Appello per la manifestazione del 15 giugno:
Giuseppe De Marzo sull'inceneritore di Parma - Appello per la manifestazione del 15 giugno
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