giovedì 20 giugno 2013

BICICLETTATA Domenica 22 Settembre 2013

NO inceneritori, SI alternative!



Gli inceneritori sono complessi industriali che, comportano la fuoriuscita di fumi contenenti sostanze chimiche pericolose per la salute e per l'ambiente, soprattutto in Pianura Padana, che compare già tra i territori più inquinati d’Europa ed a Cremona perché sono già presenti sul nostro territorio due inceneritori, l’inquinamento Tamoil e la Ex discarica di S. Rocco da bonificare. Il processo di incenerimento comporta l'immissione in atmosfera di fumi tossici costituiti, oltre che dalle note diossine, da almeno 200/250 differenti composti chimici che possono creare problemi di salute. Le polveri fini e finissime, ad esempio, che sono sempre prodotte attraverso un processo di combustione, riescono ad entrare nell'organismo a causa delle dimensioni piccolissime, determinando problemi respiratori e metabolici: a Cremona a fine Aprile eravamo già fuori legge con più di trenta giorni di sforamento (il limite di sforamento massimo annuo è di trentacinque). Le polveri sottili sono causa di trombosi ed embolie polmonari.
In Italia, è in atto una politica di proliferazione degli inceneritori attraverso il potenziamento di impianti esistenti o la costruzione di nuove unità. Una strategia che non favorisce affatto né la riduzione dei rifiuti né la raccolta differenziata. Eppure l'energia elettrica o termica che può essere prodotta dagli inceneritori risulta nettamente inferiore a quella recuperabile attraverso la filiera del riuso e del riciclo di materia. In natura il rifiuto non esiste e dovremmo essere più razionali nelle nostre scelte strategico-politiche. Produrre una bottiglia di vetro od una cassetta di plastica, per esempio, per poi distruggerla subito dopo il primo impiego e quindi ricostruirla nuovamente comporta non solo danni all'ambiente ed alla salute, ma anche all'economia. Sappiamo che l'unica frazione immediatamente più problematica del rifiuto è quella del cosiddetto "umido". Una raccolta più efficiente e snella mirata al prelievo dell'umido insieme ad una politica di incentivazione della filiera del riciclo, risparmio, riuso, riparo, ecc. renderebbero la gestione dei rifiuti più sicura per le persone e per l'ambiente.
Nel nostro paese manca una organica politica sanitaria finalizzata a prevenire eventuali danni sanitari alla popolazione. Ogni patologia ha la sua origine e molto spesso nei casi in cui questa non viene riconosciuta, la malattia è definita di tipo ereditario, senza aver considerato la possibile origine ambientale. Oggi, nonostante l'evoluzione della medicina, continuiamo ad ammalarci ed assistiamo all'aumento di circa l'1-2% all'anno dell'insorgenza dei tumori infantili. Di altre patologie le percentuali sono anche superiori.

L'evento è indetto per il 22 settembre 2013 ritrovo ore 16:00 presso Piazza Roma (Cremona)
Sono invitati/e tutti/e i cittadini/e cremonesi di tutte le età: studenti, pensionati, famiglie ed attivisti/e per i beni comuni.
La biciclettata dopo aver raggiunto e "toccato con mano" la struttura dell'inceneritore si fermerà al Bosco per un rinfresco offerto dal Comitato.

DIFFONDI E PARTECIPA!

Evento FB: https://www.facebook.com/events/542607622468613/



Comitato No Inceneritori Cremona
pagina facebook: www.facebook.com/NoInceneritoriCremona

venerdì 14 giugno 2013

Appello per la manifestazione del 15 giugno a Parma: Game Over Inceneritori!

In questo momento, problema fondamentale e sentito a Parma è l’avvio dell’ inceneritore, opera fortemente osteggiata negli anni dai cittadini che vivono questo territorio. (fra l’altro nel bel mezzo della food valley dei prodotti agricoli e alimentari di qualità!)
http://www.anomaliaparma.org/wordpress/wp-content/uploads/2013/06/flyer-inc-nuovo.jpgImpianto che sembra debba partire, nonostante anni di proteste, di iniziative, di mobilitazioni e nonostante il comune a 5 stelle, vera novità di questa città, abbia fatto della promessa a non attivarlo, il vero baluardo della campagna elettorale (compresi gli slogan di Grillo: “dovranno passare sul corpo di Pizzarotti”).
Da un anno a questa parte abbiamo quindi dato vita ad un’assemblea permanente aperta, che togliesse la parola “ormai” quando si parlava dell’accensione di questo impianto. Abbiamo ritenuto fosse necessario avviare un processo di lotta capace di bloccare, di chiudere “il mostro”.
Un percorso dal basso che vuol parlare direttamente della sottrazione agli interessi privatistici e speculativi, dei beni comuni (ambientali e non) e che avrà un passaggio fondamentale in una grande manifestazione indetta per il 15 giugno, tappa di un iter che si darà un respiro ampio, congiungendo tutti quei movimenti che si oppongono alla distruzione dell’ambiente, alla sospensione democratica nel nostro paese e connettendo le lotte terriatoriali dal Nord al Sud per la difesa e la ripubblicizzazione dei servi locali.
Per questo chiediamo di firmare l’appello sottostante e di girarlo a tutte le altre realtè (associazioni, comitati, etc.) che lottano sulla questione ambiente, democrazia e beni comuni.
Per aderire scrivi a: spam_parma@yahoo.it

15 Giugno 2013 – Game Over Inceneritori: per salvaguardia dei beni comuni e la chiusura degli inceneritori

L’emergenza rifiuti e la proliferazione di impianti mortiferi come inceneritori, gassificatori e discariche su tutto il territorio attestano l’insostenibilità di un modello di sviluppo che fa del saccheggio di diritti e risorse il suo paradigma costituente.
Impianti che celano un vero e proprio attentato alla democrazia, escludendo di fatto le comunità locali dai processi decisionali che interessano i propri territori, e creando quelle lacerazioni nel tessuto socio-economico, sede di incubazione per speculazioni ambientali ed ecomafie.
Le manovre speculative per la messa a profitto delle risorse naturali, costituiscono un attacco indiscriminato al diritto alla salute di tutti e tutte.
Una strategia ben illustrata nel piano energetico nazionale varato del governo precedente, in cui si individua nei rifiuti (nel concetto includiamo anche biogas e biomasse) una fonte primaria di produzione energetica, dando il via alla disseminazione di rigassificatori e liberalizzando le trivellazioni di idrocarburi.
In una regione come l’Emilia Romagna, che ad oggi risulta tra i territori più inquinati d’Europa, e in una città come Parma, la food valley “maglia nera” per inquinamento atmosferico, l’accensione dell’inceneritore è un fatto inaccettabile.
Questo impianto, pianificato e fortemente voluto dagli ambienti politici e finanziari bipartisan (PD e PDL in primis), uniti in un connubio di interessi e poteri, è figlio di una partitocrazia malata e di un settore economico deviato, fatti di speculazioni a danno dei cittadini che ripagheranno il debito attraverso le tariffe dei servizi pubblici, mentre a pieni polmoni inaleranno la miscela di diossine, polveri sottili e metalli pesanti.
Un pungolo per la novella amministrazione a cinque stelle, che della promessa di chiusura dell’impianto ha fatto il grimaldello della sua campagna elettorale, salvo poi rimanere intrappolata nella selva di vincoli burocraticoragionieristici e del pagamento di penali. Un’aberrazione ambientale, che fornisce linfa vitale agli interessi economici della multiutility Iren, sotto i riflettori anche per l’eventualità della cessione del servizio idrico dal Comune alla Società Mediterranea Acque (di fatto una privatizzazione, in completa controtendenza con l’esito del referendum 2011), e delle lobby politico-economiche collegate.
L’accensione dell’inceneritore di Ugozzolo, oltre che un oltraggio al buonsenso, costituisce un’ingiustizia anacronistica persino rispetto alle direttive europee (Strategia Europa 2020), dirette ad intensificare le pratiche della raccolta differenziata e del riciclaggio e la chiusura di inceneritori e discariche in Europa entro il 2020.
Il 15 Giugno 2013 lanciamo una manifestazione perché crediamo che l’inceneritore di Parma rappresenti la condizione di un Paese intero, stretto nella morsa del ricatto tra lavoro e salute, tra profitto ed inquinamento, tra la vecchia e collusa politica d’interessi e il benessere collettivo.
Vogliamo indicare con forza la necessità di ripensare, in tempi di crisi, a nuovi paradigmi economici, di consumo e gestione dei rifiuti. Per questo, al NO all’inceneritore, affianchiamo il SI alla strategia Rifiuti Zero, attraverso la raccolta firme per la legge di iniziativa popolare che si propone l’obiettivo di cambiare la Legge Nazionale in vigore per la gestione dei rifiuti (Testo Unico Legge n°152/2006 e successive modifiche) per ridisegnare il ciclo delle risorse e mettere in pratica un nuovo modo di intendere i rifiuti.
Il 15 giugno democrazia e salute saranno parole d’ordine: non possiamo accettare che l’inceneritore venga costruito coi soldi dei cittadini e contro la volontà della gran parte di essi. Perché le penali sono meno importanti della salute dei cittadini.
Con determinazione la cittadinanza sfiderà l’apertura imminente dell’inceneritore, sicura di aver ragione, sicura che l’aria sia un bene comune da difendere, sicura di non voler delegare più il proprio futuro. Pensiamo occorra dare un segnale forte, non mostrarci pacificati e vinti, per esprimere un no senza se e senza ma, un no dal basso, un no di una città intera.
Perché democrazia significa poter scegliere il meglio per le nostre vite, per il nostro ambiente: democratica non è la costruzione e la messa in funzione di questo inceneritore. Democratica è la chiusura immediata di tutti gli impianti inquinanti sul territorio.
Solo assieme diviene possibile “fermare il mostro”: con i nostri corpi, le nostre idee, la nostra forza.
Riprendendoci il diritto a decidere e respirare.
Chiediamo:
• l’adesione formale del Comune di Parma e della provincia di Parma alla strategia Rifiuti Zero;
• la chiusura immediata dell’inceneritore senza se e senza ma;
• la ripubblicizzazione del servizio di gestione dei rifiuti, sottraendolo agli interessi speculativi di Iren.
Assemblea Permanente NoInceneritori
Primi firmatari:
Casa Cantoniera Autogestita, Art Lab Occupato, A.L.B.A. Nazionale, Liberacittadinanza, Commissione Audit sul debito pubblico, Associazione “Perche’no?”, Rete Diritti in Casa, Collettivo Banco Lotto Quattrocentonovantotto, Centro Studi Movementi Parma, Ambulatorio Ospedale Vecchio, Comitato Difesa Salute & Ambiente Padova Est, Comitato per Scarpino – Genova, Attac Italia, Comitato Legge Rifiuti Zero della Provincia di Vercelli, Associazione A Sud, Centro di Documentazione sui Conflitti Ambientali – CDCA, Comitato No Inceneritori Cremona, Comitato “Lasciateci respirare” Padova, Comitato “Lasciateci respirare” Monselice, Associazione Verdelitorale di Cavallino-Treporti (Ve), Comitato Radicati al Territorio No Ombrina – Abruzzo, Coordinamento Provinciale Comitati Ambiente e Salute di Reggio Emilia, Parma Bene Comune, Teatro Polivalente Occupato (TPO) – Bologna,  Laboratorio Aq16 – Reggio Emilia, Laboratorio Paz – Rimini, Rifondazione Comunista – Parma, FalceMartello – Parma, PCL – Parma Sezione Frida Kahlo, PCL , Unione Sindacale Italiana (USI), Gruppo Libertario Antonio Ceri, Làbas Occupato – Bologna, Laboratorio Occupato Insurgencia – Napoli, D.A.D.A. – Dipartimento Autogestito dellìAlternativa  – Napoli,  Mezzocannone 12 Occupato – Napoli, Auditorium Carla e Valerio Verbano – Napoli, Commons – Rete dei Comitati per i Beni Comuni di Napoli e Provincia, CSA Arcadia – Schio, Rete dei Comitati Alto Vicentino, Alberto Lucarelli – Prof.Ordinario di Diritto Costituzionale; Estensore Quesiti Referendari Acqua Pubblica, Ugo Mattei – Commissione Rodotà; Estensore Quesiti Referendari Acqua Pubblica, Carlo Rossetti – Normativa europea; Tutela dell’ambiente da emissioni pericolose, PRC Emilia Romagna, Il Popolo Viola di Parma., Coordinamento LIP Rifiuti Zero dell’Emilia Romagna, Zona 22 – San Vito Chietino, Guido Viale – Economista e scrittore italiano, tra gli interpreti della crisi globale di questi anni, Coordinamento Comitati Ambientalisti Lombardia, CSP – Partito Comunista – Parma.
Mondo della cultura, della musica e dell’arte:
John ”Beatman” Tramonta – Dj, Bonnot – Dj, Assalti Frontali – Band, EMILY Collettivo Musicale – Band, E.C. – Band, Emanuele Nidi – Compositore, Luca Xulli – Fotografo, One Dread Society – Dj Sound, Roipnol Witch – Band, FFD – Band, Pietro Gerboni – Fotografo, Dimitri Corradini – Illustratore, 1922 – Band, Skarnemurta – Band, Artevoluzione – Circolo d’Arte, Dash Trash Crew – Dj Sound, The Maranzas – Dj Sound, SGT. CALACA – Band, Materia Off – Circolo culturale, RadiorEvolution – Radiouniversitaria, Elisa maestri – Libraia d’arte, Grozni – Illustratore, Solecismi Pedestri – Band, Mha corre fra gli alberi – Grafico e illustratore, Riccardo Bregoli – Cantautore, Fratelli Skaribelli – Band, Francesco Pelosi – Cantautore, 35mm – Collettivo greco (Salonicco) di fotografia, Anticorpi Teatri – Compagnia teatrale, Cristiano Antonino – Fotografo, Ape Piazza – Dj, Vauro Senesi – Vignettista, Elisa Contini – Fotografa, Empatee du Weiss – Gruppo musicale, Nicola Casalini – Operatore Culturale, Wu-Ming – Collettivo di scrittori.

Don Scaccaglia e la lotta all’Inceneritore di Parma:

Giuseppe De Marzo sull’inceneritore di Parma – Appello per la manifestazione del 15 giugno:

giovedì 13 giugno 2013

Riunione organizzativa pubblica biciclettata del 30 giugno

Stasera (giovedì 13) riunione del Comitato No Inceneritori per organizzare assieme la biciclettata + passeggiata. Che sarà domenica 30 Giugno.
Ritrovo ore 19.00, inizio riunione ore 19.30 al CSA Dordoni per parlarne bene.. Arriveremo già con una proposta di volantino e di percorso da dibattere insieme.

 


è importante esserci anche per fare un punto della situazione, anche perchè pare ci sia qualche "nuova" voce sul fronte inceneritori..

Il CSA Dordoni si trova in via Mantova 7 (portoni rossi)


EVENTO FACEBOOK

martedì 9 aprile 2013

Riunione pubblica Comitato No Inceneritori Cremona


Invitiamo tutti e tutte i/le cittadini/e di Cremona a partecipare a questa riunione, perchè la salute ed il territorio riguardano tutti/e noi. Sarà un momento di confronto per organizzarsi e decidere quali iniziative portare avanti per i prossimi tempi, oltre che fare un punto della situazione ambientale del nostro territorio.

L'iniziativa si terrà Giovedì 11 Aprile 2013 ore 21:00 presso LUOGOCOMUNE Centro Sociale Culturale Arci
Via Speciano, 4 - Cremona


Ci vediamo Giovedì.
 
EVENTO FACEBOOK

Comitato No Inceneritori Cremona.

mercoledì 27 marzo 2013

✖✖✖✖ APERITIVO NO INCE ✖✖✖✖


✖✖ APERITIVO NO INCE ✖✖
Introduzione a cura del Comitato No Inceneritori Cremona
Buffet di sostegno per raccolta fondi del Comitato No Inceneritori Cremona

VENERDÌ 29 MARZO 2013 - ore 18:30

LUOGOCOMUNE
Centro Sociale Culturale Arci
Via Speciano, 4 - Cremona
ingresso con tessera Arci 2013


EVENTO FB
Promosso da:
Comitato No Inceneritori Cremona
Circolo Arcipelago Arci Cremona
C.S.A. Dordoni Cremona
ACG Controtempo

martedì 19 febbraio 2013

Ai candidati alle elezioni per il Senato della Repubblica

Il Comitato No Inceneritori Cremona parte del Coordinamento regionale dei Comitati No Biogas No Biomasse (Cavernago, BG) aderente al Coordinamento nazionale Terre Nostre no biogas, no biomasse per la salute e l'ambiente (Altedo di Buonalbergo, BO) ha condiviso il testo che segue formulato e inviato ai candidati alle elezioni politiche 2013 per chiedere loro di prendere posizione contro la proliferazione incontrollata delle centrali a biogas e biomasse per la produzione di energia termoelettrica.

"Ai candidati alle elezioni per il Senato della Repubblica

La presente viene inviata a tutti i candidati del collegio Lombardia per l'elezione del Senato della Repubblica a cura del Coordinamento regionale dei Comitati No Biogas No Biomasse (Cavernago, BG) aderente al Coordinamento nazionale Terre Nostre no biogas, no biomasse per la salute e l'ambiente (Altedo di Buonalbergo, BO)

❉❉❉
Gentile candidato


Probabilmente sarà a conoscenza della corsa alla realizzazione, in tutte le regioni d'Italia, di centinaia e centinaia di centrali termoelettriche alimentate con l'energia prodotta da biogas e da biomasse liquide e solide.
Saprà anche che la realizzazione di suddette centrali è giustificata esclusivamente dall'elevato livello degli incentivi erogati attraverso i certificati verdi e la tariffa onnicomprensiva, livello che, anche dopo la revisione della tariffa “flat” operata con il V° conto energia, rimane doppio di quello medio europeo.
La sproporzione tra l'utile ricavato da soggetti privati (per lo più società finanziarie) e i disagi e gli impatti territoriali negativi, indotti dalle centrali a biogas e biomasse, ha determinato il sorgere di centinaia di comitati spontanei e di altrettante situazioni di conflitto, tensione sociale e contenziosi legali.
Le gravi tensioni sociali indotte dalla corsa agli incentivi per la produzione di energia elettrica “rinnovabile” sono legate alla mancata informazione alle comunità locali circa l'avvenuta presentazione di domande di autorizzazione per la realizzazione di suddetti impianti, alla scarsa possibilità dei portatori di interessi di far valere le proprie osservazioni nel contesto di procedure autorizzative uniche espletate nell'arco massimo di soli 120 giorni, e all’insufficienza delle linee guide nazionali (e regionali) circa la localizzazione delle centrali. Scarse sono anche le possibilità delle amministrazioni locali di opporre pareri negativi in sede di Conferenza dei servizi stante le previsioni dell' art. 12 D.Lgs. 387/03 che dispone che: "... Le opere per la realizzazione degli impianti alimentati da fonti rinnovabili, nonché le opere connesse e le infrastrutture indispensabili alla costruzione e all'esercizio degli stessi impianti sono opere di pubblica utilità indifferibili ed urgenti ...".

Effetti sulla qualità dell'aria e della salute (palese contraddizione con la Direttiva europea sulla qualità dell'aria e sulla VIA)
Tale grave forzatura emerge in tutta evidenza qualora vengano valutati i bilanci energetici netti delle centrali. Essi risultano modestamente positivi, a fronte di una serie di impatti innegabili, anche in forza di valutazioni discutibili dell'assetto cogenerativo degli stessi, ovvero della valutazione del recupero energetico del calore dissipato dai motori. La constatazione che il risparmio di energia fossile e di emissioni climalteranti è marginale, se non nullo, dovrebbe di per sé mettere in discussione i presupposti della utilità pubblica di tali impianti.
La mancata considerazione di questi aspetti fondamentali per la qualità dell'aria è frutto del mancato recepimento della Direttiva europea che impone di non compromettere ulteriormente la qualità
dell'aria laddove questa è già compromessa come avviene nella maggior parte della Pianura padana e in altre aree del paese dove le concentrazioni di polveri sottili restano al disopra dei limiti massimi per un numero di giorni superiore a 50.
Una ulteriore distorsione che richiede l'attenzione del nuovo governo e del nuovo parlamento riguarda il contrasto tra la Direttiva europea sulla Valutazione di impatto ambientale (V.I.A.) e le norme applicate da quelle regioni che evitano di sottoporre gli impianti di produzione di energia elettrica alimentati a biomassa di potenza fino a 999 kwe alla citata VIA o alla procedura di Screening che, secondo la Direttiva, non possono essere legate solo alla potenza delle centrali ma anche al cumulo con altri impianti e fonti emissive nello stesso territorio e ad altri elementi giustamente previsti dalla normativa europea.
Questa situazione dipende da una inadeguata o mancata classificazione di questi impianti che l’ASUR (Azienda Sanitaria Unica Regionale) delle Marche e l’AUSL di Vercelli hanno classificato l’attività di produzione di energia elettrica come industria insalubre di 1^ classe come previsto dal DM 05/09/94 al punto 7 lettera C (centrale termoelettrica).

Palese contraddizione con le politiche di governo del territorio
Le centrali a biomasse, grazie al singolare quadro normativo delle autorizzazioni, non impattano solo sulla qualità dell'aria ma anche sulle politiche di governo del territorio e su diritti fondamentali dei cittadini residenti nelle vicinanze degli impianti.
Secondo quanto disposto al comma 7 dell’art. 12 del citato D. Lgs: " ... gli impianti alimentati esclusivamente da fonti rinnovabili, possono essere ubicati anche in zone classificate agricole dai vigenti piani urbanistici e pertanto non è necessario adottare varianti di destinazione d’uso. L’A.U. costituisce, dove occorre, variante allo strumento urbanistico ... ".
Desideriamo ancora richiamare la vostra attenzione sulle conseguenze di quanto disposto dal suddetto comma: una quasi totale licenza di realizzazione delle centrali a dispetto dei diritti fondamentali di cittadini che si sono visti installare dei biodigestori o delle centrali a biomasse a pochi metri (avete letto bene) dalle proprie abitazioni. Per non parlare di localizzazioni che non tengono conto della presenza di aree di valore ambientale, storico, paesaggistico, di corsi d'acqua e delle conseguenti possibili esondazioni. Non mancano centrali a biogas (con digestori della capacità di migliaia di metri cubi di liquame) realizzate sui versanti delle colline con poca o nulla possibilità di evitare gravi sversamenti in caso di incidente.
Le comunità che hanno avuto la sfortuna di vedersi realizzata nel raggio di poche centinaia di metri una centrale a biogas lamentano regolarmente emissioni maleodoranti e forte rumorosità dei motori oltre a un via vai di mezzi pesanti che per alcuni mesi rende impraticabili o di rischiosa e problematica percorrenza le strade comunali o vicinali utilizzate per l'alimentazione delle centrali. Strade che, come sovente si verifica nelle campagne, sono costeggiate da fossati che rendono pericoloso il transito con mezzi pesanti provenienti da direzione opposta in ragione della scarsità di piazzole di scambio.

Una seria minaccia all'agricoltura e all'economia rurale
(turismo, agroalimentare)
Considerare le centrali termoelettriche a biogas e biomasse di " utilità pubblica " comporta pesanti distorsioni anche in campo agricolo e sulla complessiva economia rurale dei territori. Le società che gestiscono le centrali (costituitesi come "agricole" solo al fine di massimizzare incentivi e di operare in regime agricolo ai fini fiscali e della PAC) sono in grado di monopolizzare il mercato degli affitti dei
terreni agricoli e di spingere all'insù i costi dei servizi agrimeccanici e dell'acqua di irrigazione aggravando la già problematica redditività delle aziende agricole piccole e medie e mettendo a rischio interi comparti produttivi legati a specifiche produzioni locali di qualità sostituiti da coltivazioni intensive in monocoltura, fortemente dipendenti da elevati livelli di input di pesticidi, concimi chimici, acqua di irrigazione. Inutile sottolineare poi come l'estensione, che in alcune provincie raggiunge già decine di migliaia di ha di superficie agricola al servizio di una energia che non è assolutamente rinnovabile venendo da una agricoltura industriale altamente energivora ed inquinante, mette in discussione livelli già bassi di autosufficienza per diverse filiere agroalimentari strategiche.
Il caso del digestato da biomasse è emblematico di pura sottrazione di vita ad un ambiente che invece ne avrebbe bisogno assoluto e che, essendo già in grave carenza, non può reagire che con patologie che portano a morte prima l’ecosistema e poi noi irresponsabili artefici.
Oltre alla perdita di produzioni tipiche, la presenza delle centrali minaccia anche quelle aziende che si sono incamminate sulla via dell'agricoltura biologica e dell'agriturismo e che dipendono per la loro attività da una elevata qualità ambientale oltre che da un paesaggio agricolo non compromesso.
❉❉❉
In base a queste considerazioni e alla luce del fatto che l'obiettivo assegnato all'Italia (burden sharing) per la quota di energia elettrica da fonti rinnovabili è stato ampiamente superato risulta urgente introdurre rapidamente dei correttivi ad una normativa specifica lacunosa e contraddittoria con la tutela di esigenze fondamentali e con lo stesso quadro normativo europea e nazionale.
Oltre ad invitarvi ad informarvi maggiormente su quanto sta avvenendo nella vostra circoscrizione/collegio intendiamo chiedervi anche di manifestare la vostra disponibilità a farvi interpreti, in caso di elezione, delle istanze dei cittadini che già oggi vivono i disagi legati alla presenza delle centrali a biogas e biomasse e di quelli che si stanno opponendo con tutte le loro forze alla realizzazione di ulteriori centrali, ma in condizioni di netta inferiorità a causa di un quadro normativo pesantemente squilibrato a favore di alcuni interessi economici.

Vi chiediamo quindi di dichiarare la vostra disponibilità ad operare affinché le distorsioni e le gravi tensioni indotte da una proliferazione indiscriminata di impianti a biogas e biomasse siano prontamente corrette ed in particolare a:

* agevolare il diritto di audizione dei Comitati per la salute e l'ambiente che si oppongono alla proliferazione speculativa delle centrali a biogas e biomasse;
* contrastare le attuali proposte in itinere di modifica della Direttiva 2011/92/UE sulla Valutazione di Impatto Ambientale, nelle parti in cui, in generale, renderebbero più agevole, rispetto alla attuale situazione, l’insediamento degli impianti in questione, con particolare attenzione alle parti che escluderebbero l’ assoggettamento a procedura di screening o di VIA, eludendo l’applicazione integrale e per tutti gli impianti dei criteri di cui all’ All. III della medesima direttiva, ovvero senza tener conto, oltre che della taglia degli impianti, anche del cumulo con altri progetti, delle utilizzazioni delle risorse naturali, della capacità di carico ambientale del contesto in cui si propone l’impianto, della densità della popolazione, ecc…
* contrastare le proposte di modifica della Direttiva 2011/92/UE nelle parti in cui consente discrezionalità alle autorità procedenti di identificare e determinare il pubblico, interessato nel procedimento, nonché nella discrezionalità della definizione del prerequisito di “effetti significativi” ai fini dell’assoggettamento a screening e/o a VIA;
* introdurre l’ obbligo di giustificazione concreta delle reali esigenze di insediamento dei progetti
proposti, nelle pianificazioni locali e sovaralocali, come presupposto per la procedibilità degli iter autorizzativi;
* sostenere proposte di revisione normativa del D. Lgs. 387/03 nel senso di una riconsiderazione del carattere di opera di pubblica utilità urgente indifferibile delle centrali a biogas e biomasse e della definizione di linee guida a maggior tutela dei valori residenziali, culturali, ambientali, storici, agricoli e paesaggistici;
* operare una sostanziale riduzione del livello eccessivamente elevato degli incentivi concessi a fonti energetiche di discutibile “rinnovabilità” e tali da determinare – come purtroppo è ormai possibile verificare nei fatti – pesanti impatti ambientali e socioeconomici oltre che gravi distorsioni nel settore economico dell'agricoltura ma anche nel mercato immobiliare;
* introdurre provvedimenti normativi al fine di applicare, in sede di autorizzazione, anche l’obbligo, a carico del proponente del risarcimento dei possibili danni a terzi e dei costi esterni del progetto, in termini di salute e svalutazione patrimoniale, con obbligo di garanzia fideiussoria delle cifre stabilite, ai fini della cantierabilità dell’ eventuale impianto autorizzato;
* Introdurre obblighi normativi per la definizione del quadro epidemiologico della situazione ante-operam, ai fini della possibilità di valutazione degli eventuali impatti sanitari post-operam;
* introdurre obblighi normativi per la predisposizione, ai fini dell’ottenimento delle autorizzazioni dei progetti, di un contestuale piano di riduzione delle emissioni che assicuri un saldo pari almeno zero del livello di emissioni inquinanti per il particolato e per i relativi precursori, almeno per le aree considerate e/o definite a rischio di superamento dei valori limite ambientali.
* proporre provvedimenti legislativi che incentivino in modo più incisivo gli interventi a favore del risparmio energetico e del miglioramento della qualità dell'aria.


18 febbraio 2013"

Riferimenti: