(da infoaut.org)
Di
poche ore fa la notizia, nei fatti ancora non documentata ma diramata
tramite comunicato stampa dalla segreteria regionale dell’Ars, della
revoca delle autorizzazioni regionali per la costruzione del sistema di
rilevamento satellitare statunitense sito presso Niscemi. Il documento
ufficiale è infatti atteso per domattina. Revoca che arriva dopo
l’incontro della commissione Ambiente & Territorio, avvalsasi di
consulenze scientifiche e sanitarie. Ma in buona sostanza, il presunto
stop ai lavori, arriva per “la mancanza di indagini preliminari circa le
interferenze del Muos rispetto alla navigazione aerea dell’aeroporto di
Comiso e l’assenza di studi sui danni arrecati alla salute dalle onde
elettromagnetiche”. Tutto chiaro.
Come abbiamo raccontato in queste settimane appena trascorse, però, lo STOP era stato già conquistato da tutti coloro che ogni mattina all’alba hanno bloccato i camion che avrebbero voluto dirigersi alla base per l’ultimazione dei lavori.
Staremo a vedere cosa significhi questa revoca: perché nonostante la mossa della Regione sia indirizzata a fare ciò che è in suo potere (amministrativo) pur di levarsi dal pantano (della questione elettorale alle porte e delle pressioni dal basso provenienti dalla lotta territoriale, si intende), certe decisioni non sono così facili da imporre alla potenza capitalistica e militare statunitense. Soprattutto in un momento in cui la sua egemonia su Mediterraneo e Africa, attraversata dalle rivoluzioni arabe e dai recenti interventi militari, e sul medio oriente, tra Iran e resistenza palestinese, comincia a vacillare dopo decenni. Probabilmente l’Ars vuol passar la palla e la responsabilità, dunque, alla segreteria del governo nazionale: anche in questo senso staremo a vedere cosa significheranno questi provvedimenti, per quanto tempo avranno forza e se riusciranno ad arrivare quanto meno alla fatidica data delle elezioni.
Certo, di vittoria si può parlare per il movimento NoMuos e per l’esperienza di lotta datasi e sviluppatasi dentro e attorno al presidio permanente. L’annuncio della revoca, qualsiasi sarà il suo corso (soprattutto dopo le elezioni!), dà sicuramente il tempo e gli stimoli giusti ad una battaglia che da mesi nel territorio del niscemese ha sedimentato una soggettività contro, inesperta ma genuina che, con le pratiche, è andata aldilà del semplice movimento d’opinione e aldilà, forse, della battaglia contro l’impianto militare. Una soggettività, perlopiù giovanile ma con i tratti di una composizione popolare e trasversale, che sta iniziando a ribellarsi contro i poteri che devastano i nostri territori, gli stessi che socializzano la crisi sulle popolazioni con lo spauracchio della finanza, mentre investono miliardi di dollari e di euro in spese militari e grandi-inutili opere (ponte sullo stretto, tav…).
Staremo a guardare le mosse dell’avversario; intanto il movimento NoMuos può solo ringraziare…se stesso.
Di seguito un'intervista a Manuela, una militante NoMuos che solo due giorni fa annunciava l'inasprirsi delle pratiche di blocco del movimento che avevano già, di fatto, fermato i lavori.
nomuos
Come abbiamo raccontato in queste settimane appena trascorse, però, lo STOP era stato già conquistato da tutti coloro che ogni mattina all’alba hanno bloccato i camion che avrebbero voluto dirigersi alla base per l’ultimazione dei lavori.
Staremo a vedere cosa significhi questa revoca: perché nonostante la mossa della Regione sia indirizzata a fare ciò che è in suo potere (amministrativo) pur di levarsi dal pantano (della questione elettorale alle porte e delle pressioni dal basso provenienti dalla lotta territoriale, si intende), certe decisioni non sono così facili da imporre alla potenza capitalistica e militare statunitense. Soprattutto in un momento in cui la sua egemonia su Mediterraneo e Africa, attraversata dalle rivoluzioni arabe e dai recenti interventi militari, e sul medio oriente, tra Iran e resistenza palestinese, comincia a vacillare dopo decenni. Probabilmente l’Ars vuol passar la palla e la responsabilità, dunque, alla segreteria del governo nazionale: anche in questo senso staremo a vedere cosa significheranno questi provvedimenti, per quanto tempo avranno forza e se riusciranno ad arrivare quanto meno alla fatidica data delle elezioni.
Certo, di vittoria si può parlare per il movimento NoMuos e per l’esperienza di lotta datasi e sviluppatasi dentro e attorno al presidio permanente. L’annuncio della revoca, qualsiasi sarà il suo corso (soprattutto dopo le elezioni!), dà sicuramente il tempo e gli stimoli giusti ad una battaglia che da mesi nel territorio del niscemese ha sedimentato una soggettività contro, inesperta ma genuina che, con le pratiche, è andata aldilà del semplice movimento d’opinione e aldilà, forse, della battaglia contro l’impianto militare. Una soggettività, perlopiù giovanile ma con i tratti di una composizione popolare e trasversale, che sta iniziando a ribellarsi contro i poteri che devastano i nostri territori, gli stessi che socializzano la crisi sulle popolazioni con lo spauracchio della finanza, mentre investono miliardi di dollari e di euro in spese militari e grandi-inutili opere (ponte sullo stretto, tav…).
Staremo a guardare le mosse dell’avversario; intanto il movimento NoMuos può solo ringraziare…se stesso.
Di seguito un'intervista a Manuela, una militante NoMuos che solo due giorni fa annunciava l'inasprirsi delle pratiche di blocco del movimento che avevano già, di fatto, fermato i lavori.
nomuos
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