lunedì 9 luglio 2012

Il passo della formica, sei anni dopo

295356_3908567667013_1999260878_aGiovedì 5 luglio, poco prima di mezzanotte. Il Consiglio Comunale di Rivalta di Torino vota la contrarietà alla Torino-Lione e la definitiva uscita dall’Osservatorio. Una lunga marcia al passo della formica ci ha portato fino a qui.
Il Comitato No Tav Rivalta nasce il 16 novembre 2006, su iniziativa di rivaltesi già attivi nel Movimento. E da allora diventa soggetto di azione politica attiva e indipendente, insieme alle altre forze No Tav rivaltesi e agli altri comitati della Collina Morenica e della ValSangone.
Già nel marzo del 2007 le prime delibere comunali che cominciano a mettere in discussione il TAV. Ne seguiranno numerose, fino alla sospensione della partecipazione all’Osservatorio (marzo 2010) e l’adesione alla Commissione Tecnica della Comunità Montana (aprile 2011). Da Rivalta partono in questi anni importanti manifestazioni NoTav: il 25 settembre 2010 6.000 persone, il 21 maggio 2011 15.000 persone.
Alle elezioni comunali del maggio 2012 le due coalizioni No Tav totalizzano 3.540 voti (il 36%) e il 21 maggio 2012 Mauro Marinari è eletto Sindaco No Tav di Rivalta con 3.961 voti di rivaltesi che hanno scelto di poter decidere del loro futuro.
Rivalta No Tav non per caso. La marcia delle formiche comincia ancora più indietro nel tempo. All’inizio degli anni ’90 i rivaltesi già lottano contro OMA e Chimica Industriale, i due inceneritori di oli e solventi esausti in riva al Sangone. Una lunga battaglia che li porterà alla vittoria proprio l’11 novembre 2006 (San Martino) con l’inizio della demolizione dei due stabilimenti. Cinque giorni dopo nasce il Comitato No Tav.
Oggi Rivalta di Torino, 1000 anni di storia e 19422 abitanti, è il comune più popoloso delle Valli No Tav.
Abbiamo scelto il passo della formica: lento ma inarrestabile.

alberto-poggio

lunedì 2 luglio 2012

No Gas: Capua contro l'ennesimo ecomostro

tn_2012-06-30_09-55-12_414(da www.infoaut.org)
 
Dopo diverse settimane di agitazione in città e nei paesi limitrofi, è sceso oggi in piazza il Movimento No Gas, che ha sfilato per le vie di Capua esprimendo un forte dissenso nei confronti del progetto di costruzione di un gassificatore in questo angolo della provincia di Caserta.

Un primo appuntamento chiamato direttamente dal movimento No Gas, che ha espresso, dopo le varie contestazioni ai consigli comunali in cui si discuteva la realizzazione dell'impianto, la volontà di dettare in prima persona l'agenda politica sul tema del gassificatore.

Un corteo determinato ha toccato quindi i punti nevralgici (Torri Federiciane, Comune, Piazza dei Giudici) della città per comunicare l'opposizione ad un progetto di "sviluppo" nocivo per il territorio e gravido di profitti solo per i costruttori dell'impianto e per quei soggetti istituzionali e mafiosi che vorrebbero lucrare sul ciclo e la gestione dei rifiuti.

Ad aprire il corteo, dopo una prima fila di donne e bambini che esponevano cesti con prodotti tipici della zona le cui coltivazioni sarebbero senza dubbio danneggiate dall'ennesimo ecomostro, uno striscione astato con scritto "No al gassificatore, nè a Capua nè altrove, No Gas in ogni città e in ogni paese" che testimoniava la voglia del movimento di sottrarre Terra di Lavoro ad una gestione dei rifiuti vantaggiosa per pochi ma estremamente dannosa per altri.

Il sindaco di Capua Antropoli, esponente primo della volontà di costruire l'opera, così come il presidente della provincia Zinzi e l'assessore all'ambiente Mastellone, sono stati fortemente contestati dal corteo. Comitati,associazioni,centri sociali ma tanti singoli cittadini e singole cittadine hanno preso parte al corteo.

Numerose anche le bandiere No Tav, a testimoniare l'inquadramento nazionale di una lotta che riguarda non solo la Campania e la provincia di Caserta, poichè reca in nuce quelle stesse contraddizioni riscontrabili in tutto il paese quando si parla di speculazione ed attacco ai territori.

Il movimento ha già rilanciato per una prossima assemblea popolare il 6 luglio, dove dare continuità ad un percorso di lotta che non vuole ridursi ad alcuna mediazione con le istituzioni del malaffare e condurre una battaglia che porti all'annullamento del progetto e ad un cambio complessivo di gestione di questi aspetti così cruciali per il territorio dell'Agro Caleno.